Itinerari - Fino alle sorgenti del torrente Cem

La regione si caratterizza per uno sprofondamento di origine tettonica: è come la conca di Scutari in piccolo. Iniziando a risalire le pendici dei monti, ci troviamo immersi in un tipico paesaggio carsico. Pareti calcaree, nude o coperte solo da un po’ di macchia, che resiste fin dove giunge l’influsso del clima mediterraneo, in cui si possono osservare le espressioni più tipiche del carsismo: muretti a secco, campi carreggiati, inghiottitoi e così via.

 

A nemmeno un’ora da Scutari, si raggiunge un ottimo punto di osservazione sulla conca di Hoti e sulla parte settentrionale del lago. Il braccio di nord-est del Lago di Scutari viene talvolta definito Lago di Hoti, ma in realtà si tratta dello stesso apparato lacustre.

Vale la pena di compiere il viaggio anche solo per arrivare qui. Inebriante l’odore di sherbel, come viene chiamata la salvia officinale.
Continuando a salire per una strada tutta curve ma ancora asfaltata, si arriva ad un bel plateau dove si trova un villaggio dal significativo toponimo: Rrapësha (altopiano). Balza agli occhi una lunga fila di bunker, posti qui durante la dittatura perché lì iniziava la fascia di confine, inaccessibile senza passaporto sia di notte che di giorno.

carta itinerario
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