Mantegazza - Scutari vista dal lago

“Il lago (l'antico Labeatis dei latini) ha una larghezza massima di circa 14 chilometri ed è lungo 50. La città che ora gli dà il suo nome è alla sua estremità. Vi arrivammo verso le quattro. Solo all'ultimo momento, poco prima di approdare, si presenta dinnanzi l'antica città, prima nascosta dalle piccole alture che la circondano. Su una di queste alture spiccano le rovine dell'antico castello di Scutari, la cui fondazione risale probabilmente all'epoca dì Stefano Duchan e sul quale serbi ed albanesi raccontano le più strane leggende. L'architetto Rosa,dice una di tali leggende, non sapeva più che fare avendo veduto crollare a più riprese l'opera incominciata. Corse allora insistente la voce fossero le fate a far crollare le mura. Per placarle, e rendere la rocca incrollabile e inespugnabile, era necessario sacrificare loro una giovine donna, murandola. L'architetto scelse per tale sacrificio sua sorella, che si chiamava Pha.
Di qui il nome di Rosafà dato al castello, veramente inespugnabile, e intorno al quale fu concentrata la difesa della città da parte dei veneziani contro le orde musulmane, in due memorabili assedi. Il primo fu quello del 1474 immortalato dal gran quadro del Veronese che adorna la sala del Gran Consiglio a Venezia. Il Romanin nella sua Storia di Venezia – e tolgo la citazione dalla monografia del Galanti sull'Albania – riproduce la descrizione lasciata da un contemporaneo della eroica difesa dei Veneziani.

[…]
A Scutari, di quei memorabili assedi, e dell’occupazione veneziana, non rimane più ora altra traccia all’infuori del leone di San Marco, all’ingresso del Castello che i turchi hanno rispettato.
[…]
Scutari non è quindi che una città turca, un po’ più grande e popolata delle altre, poiché conta circa quarantamila abitanti. È però molto pittoresca per la sua posizione vicina al lago, per l'altura con le rovine del castello che la sovrasta, e per i due fiumi, il Drin e la Boiana, che le passano vicino. II ponte sulla Boiana è uno dei meglio costruiti della Turchia.
Scutari, dove sono assai numerosi i cattolici, è la sede arcivescovile dalla quale dipendono direttamente gli Ordini Religiosi, che tanto nell'Alta come nella Bassa Albania hanno parecchie case. Le moschee sono assai numerose. Alcune molto ricche e grandiose, come, fra le altre, quella a sei cupole chiamata la Moschea del Piombo e che non sono riuscito a capir bene perché viene in tal modo designata. Due o tre strade della città sono abbastanza larghe e un po' meno sudicie del solito. Scutari è sede di un comando di divisione, e ha quindi una guarnigione di parecchi reggimenti. L'autorità militare interviene spesso dove non arriva l'autorità civile – almeno nei dintorni delle caserme. Forse è questa la ragione per cui qualche strada è tenuta un po’ meglio. Anzi, cosa che forse stupirà il lettore, a Scutari, sia pure in embrione, vi è persino un giardino pubblico. Dubito però molto che esso possa, anche col tempo, assumere l'aspetto che hanno in Europa questi luoghi di passeggio pel pubblico, poiché nessuno se ne cura.”

 

Melograni
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