di Monica Meini
“L’Albania è turisticamente la regione più interessante
dell’Europa. Un interesse che non sta nello splendore di palazzi
o nel lusso di alberghi, perché non esiste in Albania il convenzionalismo
dei paesi celebri, ma nel porre l’uomo di fronte alla natura.” Piace
iniziare questa introduzione con una citazione dalla prima guida sull’Albania
pubblicata dal Touring Club Italiano nel 1939 perché oggi ci
sembra, non solo che essa sia ancora vera ed efficace, ma che col tempo
abbia addirittura acquistato forza espressiva. E questo perché,
pur dopo la radicale trasformazione di molti ambienti naturali avvenuta
anche in Albania nel corso del XX secolo, esistono ancora, in questo
territorio, paesaggi per nulla minacciati dall’uomo, che offrono
ai visitatori l’opportunità di vivere un’esperienza
quasi fuori dal tempo.
A questo spirito di scoperta dell’Albania, una scoperta culturale
che considera gli aspetti naturali e quelli antropici come strettamente
connessi, si ispirano gli itinerari qui presentati e il titolo stesso
dell’ipertesto. La “terra dei melograni” – definizione
suggeritaci, a Laura Cassi ed a me durante una delle tante escursioni
nell’Albania settentrionale nel maggio 2004, dal rigoglio dei
melograni selvatici nella stagione della fioritura – è una
terra dai colori vivaci, dai profumi intensi, dal cielo luminoso, in
grado di impressionare chiunque ami un rapporto non mediato con la natura.
I melograni, a Scutari, venivano anche coltivati, tradizionalmente.
Agli inizi del Novecento, Antonio Baldacci scriveva nei suoi “Itinerari
albanesi” che i bellissimi giardini di Scutari erano rinomati
per una serie di tipiche coltivazioni mediterranee: “il terreno è ottimo
per la coltivazione degli alberi da frutta e degli erbaggi; anche gli
aranci e i limoni vengono bene in piena terra. Una particolarità fruttifera è data
dal melograno che a Scutari, come ad Antivari ed altrove, produce frutti
straordinariamente grossi e dolci.”
Quella di Scutari è una regione ricca di contrasti, dal punto
di vista ambientale, e la città è situata in un quadro
grandioso che merita di essere ammirato, magari dalla leggendaria rocca
con il Castello di Rozafat o dal Monte Tarabosh, che si erge sulla sponda
meridionale del lago: lo splendido anfiteatro delle Alpi Albanesi, le
acque argentee dei fiumi, la struggente atmosfera del lago, la verde
pianura con i cavalli bradi a ridosso della fascia costiera e infine
l’ampia spiaggia sul mare Adriatico. E’ in questi ambienti
che si snodano gli itinerari proposti.
Le schede di presentazione degli itinerari sono sintetiche, scritte
con linguaggio semplice e immediato, e sono il frutto di osservazioni
dirette, svolte durante una serie di escursioni effettuate fra il 2004
e il 2005. La carta degli itinerari mostra chiaramente una serie di
percorsi che si dipartono a raggiera dalla città di Scutari.
In effetti, Scutari si propone come luogo di interesse principale nell’Albania
settentrionale, e come base di partenza per escursioni quotidiane che
prevedono comunque il rientro nella città per il pernottamento.
Escursioni brevi e facilmente raggiungibili sono quelle sulle rive del
lago, nei caratteristici villaggi di Shiroka e Zogai, e verso il mare
e la spiaggia di Velipoja; più lunghe e impegnative, sia per
quanto riguarda l’accessibilità sia per la necessità di
accompagnatori, sono quelle verso le Alpi Albanesi.
Al momento della realizzazione di questo ipertesto, gli itinerari
proposti sono classificabili in due categorie: itinerari garantiti -
per accessibilità, servizi offerti, accoglienza (Scutari e dintorni);
itinerari al momento non consigliati – per il perdurare di motivi
di insicurezza e scarsa accessibilità – ma di notevole
interesse naturalistico e culturale (Alpi Albanesi).
Gli itinerari sono arricchiti da una serie di approfondimenti, relativi
ai luoghi e ai temi di interesse storico-culturale, a cui si può accedere
tramite collegamento ipertestuale. L’ipertesto è infatti
strutturato su più livelli di lettura, così da rispondere
a vari tipi di interesse: dalla semplice descrizione del territorio
attraversato, chi lo desidera può passare a descrizioni letterarie
relative a quel territorio, o a resoconti di viaggiatori del passato,
piuttosto che ad una mappa sensibile con indicazione delle risorse turistiche
offerte, il tutto con costanti riferimenti cartografici che aiutano
ad orientarsi e a pianificare un eventuale viaggio.
L’ipertesto si propone dunque come uno strumento di divulgazione
scientifica e di valorizzazione del territorio e si presta a diversi
tipi di fruizione a fini turistici: per gli operatori, che necessitano
di informazioni adeguate per preparare materiali di promozione e offerta
turistica; per i turisti interessati alla costruzione e alla preparazione
di propri viaggi individuali; per la popolazione locale, o comunque
albanese, per motivi di turismo culturale o di approfondimento delle
conoscenze geostoriche del proprio territorio.
Non neghiamo infine un intento formativo più generale, per la
popolazione locale. L’importanza della ricerca storico-geografica
per la ricostruzione dei passati assetti territoriali è ampiamente
accettata e condivisa come una delle principali chiavi per l’appropriazione,
da parte delle comunità, di quella memoria storica del territorio
che agisce da filtro per la selezione delle opzioni di sviluppo per
il futuro. Questo tipo di ricerca è tanto più importante
nell’Albania di oggi, alla ricerca della propria identità culturale,
per recuperare e riannodare i fili di una memoria almeno in parte negata
o quanto meno trascurata.
D’altronde questo lavoro è il frutto di un percorso formativo,
condotto presso l’Università di Scutari nell’anno
accademico 2004-2005, sul patrimonio culturale e ambientale presente
nella regione di Scutari e sui sistemi informativi per la valorizzazione
turistica del territorio. Durante il corso di formazione sono stati
individuati specifici beni culturali, riconosciuti come tali dalla popolazione
locale, suscettibili di diventare vere e proprie risorse per un turismo
culturale di livello internazionale. Ai fini della fruizione turistica,
i singoli beni sono stati interpretati alla luce del particolare contesto
ambientale in cui insistono, messi in rete fra loro e inseriti in opportuni
circuiti che sfruttano anche le dotazioni infrastrutturali esistenti.
Sulla base di tale esperienza e grazie ad un originale lavoro di
recupero delle descrizioni di geografi e viaggiatori del passato è stato
realizzato questo ipertesto in formato elettronico, che presenta una
serie di itinerari turistici inserendo i singoli beni culturali in trame
territoriali significative, in un continuo confronto tra presente e
passato, alla ricerca di continuità e discontinuità, di
un senso culturale dei luoghi attraversati, di valori territoriali riconosciuti,
di paesaggi che possano costituire il luogo d’incontro fra i punti
di vista, spesso differenti, degli insiders e degli outsiders.
Il riconoscimento di beni culturali e ambientali come elementi catalizzatori
di valori identitari comuni può costituire la pietra miliare
per la ricostruzione di un senso di appartenenza territoriale capace
di innescare percorsi di sviluppo virtuosi. Vogliamo sperare che i giovani
albanesi sappiano convincersi delle potenzialità del loro Paese
e possano sempre più pensare alla loro terra come ad un luogo
di accoglienza e di incontro piuttosto che, come è avvenuto di
recente, un luogo da cui si deve solo fuggire.