Il “Progetto Albania”

Dalla tradizionale cooperazione interuniversitaria ad un complesso modello di collaborazione interistituzionale a sostegno dello sviluppo locale
di Niccolò Persiani

Dal 1992 l’Università di Firenze ha dato vita a un intervento assolutamente innovativo di cooperazione culturale con l’Università di Scutari. La scelta dell’area di intervento è stata fatta sulla base di una diffusa e diversificata presenza, nell’Albania settentrionale, di soggetti pubblici (Enti locali, Municipalizzate), privati, ONG, associazioni di volontariato (Madonnina del Grappa, Caritas etc.) della Regione Toscana, quale garanzia della possibilità di interventi concertati e comunicanti tra loro già in Italia. Obiettivo dell’intervento è stato infatti quello di supportare l’Università di Scutari, non solo a rafforzarsi in alcuni settori disciplinari, ma a configurarsi come struttura capace di generare e affiancare lo sviluppo locale. L’istituzione del Dipartimento di Italianistica presso l’Università di Scutari, quale base logistica e garanzia di continuità istituzionale, è stata preparata da un protocollo d'intesa tra i due Atenei che risale al 1995 e dall'istituzione, da parte del MAE, del lettorato di lingua italiana presso l’Università Luigi Gurakuqi.
A partire dall’anno accademico 1999-2000 si è provveduto all’istituzione di una serie di corsi intensivi presso il Dipartimento di Italianistica da parte di docenti fiorentini, nonché all’avvio della biblioteca di lingua e letteratura italiana che attualmente ha raggiunto oltre 6000 volumi. Nel 2001 è stato inaugurato un primo programma di formazione che comprendeva, oltre alla prosecuzione degli insegnamenti curriculari, una serie di attività didattiche extracurriculari nei settori storico-archeologico e turistico e l’organizzazione di un convegno internazionale sull’Albania antica al fine di introdurre i concetti di base relativi ai beni culturali e ambientali. L’idea conduttrice è stata la seguente: creare occasioni di livello scientifico in grado di illustrare la storia di Scutari a partire dall’età preistorica, classica e moderna da un lato e dall’altro portare alla conoscenza della comunità scientifica internazionale alcuni caratteri peculiari della cultura albanese in generale e dell’area dell’antica Albania veneta quali una consolidata esperienza di convivenza interreligiosa. Ciò come precondizione per il rafforzamento di un'identità non isolazionista (Scutari si percepisce come città di tradizioni culturali profonde) e come tentativo di riscoprire antiche relazioni tra l’Albania e gli altri popoli europei a cominciare dall’Italia.
Il perseguimento di questo obiettivo è stato garantito da un articolato piano di intervento di durata triennale denominato “Progetto Albania - iniziative di cooperazione culturale a Scutari”, che prevedeva attività di formazione curriculari ed extracurriculari su tre aree tematiche: archivistica/biblioteconomia, beni culturali ed ambientali e sviluppo sostenibile. La linea di sviluppo del turismo culturale e ambientale e quella della configurazione di Scutari come città della “formazione e dello studio”, ha colto l’occasione del 45° anniversario di fondazione dell’Università di Scutari, come momento di evidenziazione dell'Università quale potenziale “motore di sviluppo locale”: le otto mostre sulla storia delle istituzioni culturali scutarine, la presentazione del volume in prima mondiale degli Statuti di Scutari che configurano la cittadina trecentesca come una comunità medievale europea, la mostra di opere inedite di pittori albanesi e l'esecuzione di spartiti inediti di musicisti noti, sono stati realizzati in un quadro omogeneo di iniziative dal titolo “Scutari, un’eredità europea che guarda al futuro”.
Da una modalità classica di intervento basato sul semplice arricchimento dei programmi universitari, con il Progetto Albania ci si è dunque impegnati su un piano di grande concretezza, su uno scenario più ampio, del quale hanno fatto parte non soltanto le università e gli istituti scientifici, ma anche le istituzioni locali, le scuole secondarie e primarie, le imprese. Nel corso della sperimentazione sono emersi due ambiti cruciali e prioritari su cui intervenire: da un lato gli insegnanti delle scuole di ogni ordine e grado e dall’altro la pubblica amministrazione locale. In entrambi i casi ci si è proposti di attribuire un ruolo attivo all’Università locale, coinvolta nelle sue strutture più alte (ovvero a livello di Rettorato), nei Dipartimenti e tramite i singoli docenti con un interesse specifico nei settori d’intervento proposti. In questo modo l’Università di Scutari non è entrata in contatto con la sola Università di Firenze, ma con tutta una rete di soggetti specializzati in diversi settori della formazione, a loro volta selezionati ed attratti dalla prospettiva di trovare un consolidato di esperienze sull’area di Scutari all’interno dell’Università di Firenze. L’Università partner ha avuto modo di confrontarsi con il bagaglio di conoscenze (anche a livello metodologico) di strutture italiane di eccellenza quali il FORMEZ, Agenzia del Dipartimento della Funzione Pubblica per il personale degli Enti locali italiani, l’INDIRE, Istituto nazionale del MIUR per la formazione e l’aggiornamento degli insegnanti con particolare riferimento alle nuove tecnologie, l’ITTIG (Istituto di Teoria e Tecniche dell'Informazione Giuridica) del CNR. In tal modo l’attività di cooperazione portata avanti all’interno del Progetto Albania ha assunto la forma di un sistema assai complesso, un sistema-rete che ha dato organicità ed ha permesso la comunicazione e lo scambio tra le istituzioni impegnate sul campo nelle più diverse iniziative.
Nell’ambito specifico del cultural heritage, accanto ad un’azione formativa che ha coinvolto anche i funzionari degli enti locali sulla catalogazione dei beni culturali e ad un intervento di ristrutturazione e allestimento di due sale della sezione archeologica del Museo storico di Scutari, l’Università di Firenze si è impegnata, utilizzando in particolare le competenze presenti nel Dipartimento di Studi storici e geografici, con un corso di formazione su Beni culturali e ambientali: ipertesti e sistemi informativi per la valorizzazione e la promozione turistica del territorio, svolto presso l’Università di Scutari nel 2004 e coordinato da Monica Meini. Quest’ultima attività di formazione – che aveva come obiettivi principali l’apprendimento delle tecniche di costruzione degli ipertesti, l’utilizzazione in chiave operativa a fini turistici dei sistemi informativi in via di elaborazione nella regione di Scutari (GIS, database, cataloghi multimediali) e l’apprendimento di metodi sistemici di lettura dell’ambiente e del territorio – prevedeva la realizzazione di itinerari turistico culturali quale elemento catalizzatore per la promozione di nuovi percorsi di sviluppo sostenibile. E tali possono davvero essere considerati gli itinerari presentati in questo ipertesto, che ci pare un emblematico esempio di quel connubio fra innovazione e tradizione, fra cultura ed economia, fra conoscenza e sviluppo, che il nostro Progetto ha sempre cercato di perseguire.

Melograni
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