“Scutari fu ed è un nodo di grande importanza stradale
specialmente per le comunicazioni tra l'Adriatico e l'interno della Turchia
verso l'alta valle del Vardar e quindi verso Cossovo e la Macedonia.
In molti progetti per la ferrovia danubiano-adriatica, si sostiene di
far passare quest'arteria di primo ordine per Scutari, portandola a San
Giovanni di Medua, che diventerebbe perciò testa di linea della
ferrovia medesima, e costruire un ramo di allacciamento per Antivari
per soddisfare i bisogni del Montenegro. Nell'antichità romana
pare che Scutari fosse unita all'Italia con le stesse comunicazioni che
servivano Apollonia eDurazzo, le quali, partendo dalle Puglie, tenevano,
su per giù, lo stesso percorso delle comunicazioni odierne della
Società «Puglia» di Bari. Da Scutari partivano poi
strade secondarie, di cui anche oggi si trovano le traccie, per l'alta
valle del Drin da una parte e per la Moracia dall'altra: come è noto,
l'arteria principale trasversale era rappresentata dalla via Egnatia,
sulla quale andavano ad innestarsi le stradali provenienti dal Labeatium,
ossia da Doclea e da Scutari. Nel Medio Evo le comunicazioni illiriche
furono mantenute e migliorate dai Serbi e più tardi dai Veneziani.
Sotto i Turchi vennero a perdere assai, per la rapidità e per
la bontà, pur restando atte al commercio carovaniero, ossia
al commercio a dorso di animali: i Turchi non sono e non saranno mai
atti a fare e mantenere comode strade. La vecchia strada romana da Scutari
verso il nord-ovest per la valle della Zeta, resa impraticabile al tempo
in cui il Montenegro teneva chiusi i suoi confini verso la Turchia, è ora
un'eccellente arteria, servita prima per acqua coi battelli italo-montenegrini
del lago di Scutari e poscia per terra con le automobili postali del
Montenegro; questa strada, com'era ai tempi di Roma, continuerà presto – stando
ai progetti stradali montenegrini – per la Tara e per l'Erzegovina
secondo una direzione e per Risano secondo l'altra. Un'arteria molto
frequentata èquella litoranea che da Scutari volge sopra Durazzo
e poi piega verso la Macedonia; ma anche questa strada non è che
la continuazione della precedente, perché ai tempi romani
essa proveniva dalla Dalmazia e girando per le Bocche di Cattaro, saliva
da Risano nel Montenegro, donde scendeva al lago di Scutari per andare
ad unirsi all'Egnatia.
Le comunicazioni marittime odierne con Scutari vengono tenute dalla
bandiera austro-ungarica, da quella italiana e da quella montenegrina.
Il commercio litoraneo albanese fino al lago di Scutari si può dire
privilegiato nelle mani dell'Austria per l'ottimo servizio che il «Lloyd » fa
da Trieste per tutti i porti della costa dalmato-albanese. Nessuna compagnia,
nazionale o straniera, può concorrere col «Lloyd »,
perché il governo austriaco ne sovvenziona fortemente le
linee di navigazione e ne assicura sempre più il commercio.
L'Austria importa a Scutari: zucchero, caffè, riso, legnami, alcool,
mobili, tessuti di lana, birra, carta, cuoio, fiammiferi, vetrami, ferro
smaltato, ferramenta, tegole e mattoni, prodotti chimici e medicinali,
ecc. L'Italia manda in quantità molto minori: farina, olio, commestibili,
vino, tessuti di cotone, cuoio, bibite, terraglie e, solo di quando in
quando, riso e caffè da Genova. L'Inghilterra importa cotonerie
bianche e colorate, ferramenta, vetrame; la Francia saponi, farine, articoli
di moda e tegole; la Grecia sapone, vino, cognac, tegole, mattoni e qualche
piccola quantità di cotonerie. La Turchia manda a Scutari: granaglie,
manifatture di cotone e lana, chincaglieria, merce mista tedesca, francese
e italiana acquistata a Costantinopoli e Salonicco, che i negozianti
di quelle città ordinano all'ingrosso alle fabbriche estere, rivendendo
poi a piccole partite e a credito. Scutari esporta per l'Austria: olio,
pellami, lana, carbone, sommacco. scotano, ecc.; per l'Italia: olio,
legna da ardere, traverse e cavalli. Lo scalo di Scutari è San
Giovanni di Medua, che dista, dal capoluogo da otto a dieci ore a cavallo
secondo la strada e la stagione e circa altrettanto per piroscafo risalendo
la Bojana. Il «Lloyd austriaco» tocca Medua da eper Trieste
due volte la settimana e altrettanto fa per il Levante e per la Bojana
finoa Oboti. Il servizio della Bojana è fatto con piroscafo che
riceve le merci in trasbordo per Scutari e il lago e da Oboti per Cattaro
e viceversa. Da Oboti a Scutari il trasporto viene fatto con le barche
del lago (lontre); il servizio per il lago si fa con trabaccoli
o con piroscafi e rimorchiatori costruiti espressamente dal «Lloyd» per
un suo rappresentante. L'Italia arriva a Medua e quindi a Scutari coi
piroscafi della «Puglia», ossia colla linea B e
con la San Giovanni di Medua-Scutari. Fino a Medua giunge dal Levante
eventualmente qualche piroscafo di compagnie di navigazione greche e
ottomane; da Cattaro entrano in Bojana fino a Oboti i piroscafi della «Società Ungaro-Croata».
Per la via di Antivari, Scutari è servita dalle comunicazioni
italiane che da Bari giungono ad Antivari due volte la settimana
coi piroscafi della «Puglia» e continuano poscia colla diligenza
montenegrina fino a Virbazar sul lago: colà trovano il servizio
regolare giornaliero dei piroscafi della Compagnia di Antivari per gli
scali del lago.
A Scutari rimane oggi del nostro nome la tradizione nel commercio,
nella lingua degli affari, che è l'italiana, e qualche cosa anche
nella lotta per le aspirazioni nazionali. La lingua nostra è mantenuta
là eziandio nelle scuole confessionali di altri Stati. Scutari
fu unita a Venezia per il commercio; oggi lo è con Trieste. Questa è sempre
un'unione simpatica per l'italianità. Speriamo che gli Albanesi,
se riusciranno a rendersi indipendenti, vogliano mantenerla!”