“Il paese è così pacifico che si stenta a credere
alle sue tradizioni pericolose, sanguinarie. Eppure ho conosciuto un
uomo che una volta voleva vendicare un suo amico e per sbaglio uccise
un innocente. Fu proprio sfortunato. Infatti questo innocente ha sette
fratelli, niente meno, e adesso tutti danno la caccia al mio uomo. Ha
già mandato diversi emissari, ma ci vorrà tempo prima di
giungere a un accordo. Da tre mesi attende la morte ogni ora. Non è mica
un albanese primitivo. È un uomo che ha vissuto a Parigi come
artificiere ed è tornato espressamente per prendersi la sua vendetta
di sangue. Sebbene sia braccato lui stesso, continua a cercare il vero
assassino del suo amico.
Quando si arriva poi in città per tre quarti europee come Scutari, Valona,
Corizza, in città con colletti alti, cravatte, cartoline illustrate, lame
da barba, piombature in oro, automobili Ford e avvocati – allora si crede
ancor meno alla possibilità di una vicinanza tanto stretta con l’epica
eroica e la semicultura. E invece il fratello del barbiere è un capobandito
autentico e di successo. Se viene in città, va a farsi radere, beve un
caffè e parla come te e come me. Siamo tutti esseri umani.”