La città, che conta circa 150.000 abitanti, si presenta con una trama semplice, modellata dagli elementi oro-idrografici del paesaggio. Il lago, i tre fiumi e il castello sulla rocca alla loro confluenza rappresentano le componenti dominanti nell’intero schema urbano. Il Castello di Rozafat, che si erge su un’altura di 130 metri ben visibile da ogni direzione, rappresenta ancora oggi la prima immagine della città e ne testimonia degnamente l’importanza storica. Scutari viene considerata la culla della cultura albanese, essendo stata fin dall’antichità un ambiente di cultura, con illustri tradizioni in molti campi come la musica, la pittura, la scultura, l’architettura, la letteratura. Dal punto di vista architettonico Scutari si distingue per una notevole eterogeneità, a testimonianza delle diverse influenze cui è andata sottoposta dall’epoca illirica fino ad oggi, offrendo al visitatore i molti volti della propria storia: veneziana, bizantina, ottomana.
La città vecchia era costituita da pochi quartieri situati ai piedi del Castello, tra cui il Bazar, mentre la città nuova, quella attuale, si è estesa nella pianura a nord di questo. Scutari era famosa nel passato per le sue strade strette fiancheggiate da mura alte e impenetrabili che recintavano le singole proprietà, al cui interno le case si mostravano immerse in giardini rigogliosi, con alberi da frutta, fiori di ogni specie e splendidi pergolati di vite.
Alcune antiche case scutarine si sono conservate intatte fino ad oggi. Ma a cominciare dal XIX secolo si assiste ad un forte cambiamento nello stile architettonico delle nuove costruzioni; non solo i nuovi palazzi dei mercanti scutarini ma anche l’edilizia pubblica – dagli alberghi ai ristoranti, dalle chiese alle moschee, dai parchi ai boulevards – vengono costruiti secondo i canoni della moderna architettura europea. Le costruzioni del XX secolo, che risentono espressamente del realismo socialista, si sono poi inserite in maniera assolutamente disarmonica nel tessuto urbano stratificatosi nei periodi precedenti, che tuttavia persiste in alcune parti della città, soprattutto nel sarreq, il quartiere cattolico, dove ancora oggi si possono scoprire diverse strade strette e dall'andamento tortuoso, come la caratteristica Gjuhadol.